Cap. XXVI. Como lo senatore fu allapidato da Romani e delli magnifichi fatti li quali fece missore Egidio Conchese de Spagna, legato cardinale, per recuperare lo Patrimonio, la Marca de Ancona e Romagna.

Cap. XXVI. Como lo senatore fu allapidato da Romani e delli magnifichi fatti li quali fece missore Egidio Conchese de Spagna, legato cardinale, per recuperare lo Patrimonio, la Marca de Ancona e Romagna.

Muorto papa Chimento, fu creato papa Innocenzio, lo quale fu ditto cardinale de Chiaramonte, dello abito de santo Pietro, preite seculare. Como papa Innocenzio fu creato, Dio li mustrao granne vennetta de quelli che·lli avevano tuoito lo senato. Curreva anno Domini MCCCLIII, de quaraiesima, de sabato de frebaro. Levaose una voce subitamente per mercato in Roma: "Puopolo, puopolo!" Alla quale voce Romani curro de·llà e de cà como demonia, accesi de pessimo furore. Iettano prete allo palazzo; metto a roba, specialemente li cavalli dello senatore. Quanno lo conte Bertollo delli Orsini sentìo lo romore, penzao dello campare e de salvarese alla casa. Armaose de tutte arme, elmo relucente in testa, speroni in pede como barone. Descenneva per li gradi per montare a cavallo. Lo strillare e·llo furore se converte nello desventurato senatore. Più prete e sassi li fioccano de sopra como fronni che cascano delli arbori lo autunno. Chi li dao, chi li promette. Stordito lo senatore per li moiti colpi, non li vastava coperirese de sotto soie arme. Puro abbe potestate de ire in pede allo palazzo dove stao la maine de santa Maria. Là da priesso per lo moito fioccare de prete la virtute li venne meno. Allora lo puopolo senza misericordia e leie in quello luoco li compìo li dìi, allapidannolo como cane, iettanno sassi sopra lo capo como a santo Stefano. Là lo conte passao de questa vita scommunicato. Non fece motto alcuno. Muorto che fu, lassato, onne perzona torna a casa. Senator collega turpiter per funem demissus, deformis pileo per posticam palatii obvoluta facie transivit ad domum. La cascione de tanta severitate fu ca questi doi senatori vivevano como tiranni. Ià erano infamati, ché grano mannavano per mare fòra de Roma. Era lo grano carissimo. La canaglia non comportava la fame e·llo deiuno. Non sao temere lo puopolo affamato. Non aspetta che dichi: "Fa' questo". Questa connizione hao la carestia, che moiti potienti hao perterrata. Anco pòtera essere la cascione che Dio non consente che·lle cose della Chiesia siano violate.